Memento mori - Il mosaico del MANN

Nella sezione MOSAICI del Museo Archeologico di Napoli è esposto un memento mori rinvenuto in un'officina o conceria di Pompei. Il mosaico riporta una serie di simboli, che nei secoli sono stati oggetto di varie interpretazioni.
Si vede uno scheletro, appeso a un filo di piombo attaccato a una squadra di legno. Sotto lo scheletro ci sono una farfalla e una ruota a sei raggi, mentre ai suoi lati, appesi alle estremità della squadra, troviamo un lenzuolo color porpora avvolto intorno a un bastone appuntito, da una parte, e un pezzo di legno con un sacchetto e una coperta, dall'altra.
Il significato associato a questa iconografia è il seguente: il teschio rappresenta la morte, e quindi la fugacità della vita, la farfalla è l'anima, la ruota è la fortuna umana. A sinistra del teschio, troviamo i simboli della ricchezza: il lenzuolo color porpora era di enorme valore, perché il pigmento utilizzato per ottenere quel colore veniva estratto dalla ghiandola di un mollusco, il murice comune, e ne servivano tantissimi per colorare un pezzo di stoffa. Il bastone al quale il tessuto è avvolto ha una punta aguzza, che affonda nel terreno: simbolo di tradizioni radicate, di un'identità salda, di una forte consapevolezza delle proprie origini.
Il ramo che si trova a destra dello scheletro, invece, è storto. Rappresenta la povertà, insieme al sacco e alla coperta.
L'artista ha voluto dunque esprimere che non fa differenza che tu sia ricco o povero, la morte può sopraggiungere in qualsiasi momento, e di fronte alla morte non ci sono differenze sociali o economiche, siamo tutti uguali.
Il motivo della fugacità della vita è stato più volte ripetuto, nel corso dei secoli, e rappresentato nell'arte di tutti i tempi. Per quanto riguarda l'epoca contemporanea, riscontriamo un esempio nella poesia di Totò "'A livella", in cui un marchese e un netturbino, dopo essere morti, si incontrano e discutono sulla loro sorte comune. Sarà il netturbino, e quindi il poveraccio, a mettere a tacere il marchese, indegnato per la sepoltura che gli era stata riservata, accanto a un uomo di basso rango, dicendogli: "'Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive
Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!" ("Queste pagliacciate le fanno solo i vivi, noi siamo seri, apparteniamo alla morte!")