Visite guidate 

C'è chi scende e c'è chi sale, je ve porte pe' 'sti scale...

  • Gradini del Petraio, Napoli
la napoli obliqua
  • Calata San Francesco
  • Pizzofalcone e rampe Lamont Young
  • Salita due porte all'Arenella e Materdei
  • Certosa di San Martino e Pedamentina
  • Sant'Antonio ai Monti
  • Dal Petraio a Palazzo Mannajuolo
  • L'altro Petraio: viaggio nel liberty napoletano
  • Castel Sant'Elmo e Pedamentina di San Martino
  • Porta Posillipo e Salita Villanova
  • San Mandato e Salita Pontecorvo
  • Borgo di Santo Strato a Posillipo
  • Da Posillipo a Mergellina: le tredici scese e il parco Vergiliano
  • Rione Pica e via Posillipo
  • La Napoli degli orti: da via Foria al Paradisiello
  • La Salita del Moiariello, da Foria a Capodimonte
  • e ancora: via del Marzano a Posillipo, Salita Miradois, via Carlo de Marco... scegli e prenota il tuo percorso nella Napoli obliqua!
Calata San Francesco

Calata San Francesco


C'è chi scende e c'è chi sale, je ve porte pe' 'sti scale.
L'attuale Calata San Francesco è una strada in discesa che inizia nella zona del Vomero Vecchio e termina al Corso Vittorio Emanuele. Raggiungiamo via Belvedere, dove potremo ammirare alcune ville nobiliari del '600, come Villa Carafa di Belvedere e Villa Giordano. Inizia la nostra discesa: già presente sulla mappa del duca di Noja, Calata San Francesco raggiungeva anticamente la zona costiera, perché includeva anche la parte finale della strada, oggi chiamata via Arco Mirelli. Lungo il nostro percorso, scorci di panorama si alternano a graziose ville e palazzine. Scendiamo fino alla Riviera di Chiaia, zona del lungomare e della Villa Comunale. 


Pizzofalcone e rampe Lamont Young

Pizzofalcone e rampe Lamont Young


Da Piazza del Plebiscito, una delle più grandi d'Italia, saliamo a Piazza Santa Maria degli Angeli, sede della chiesa barocca omonima. Raggiungiamo, poi, il Monte Echia (o collina di Pizzofalcone), dove sorse Partenope, nell'VIII sec. a.C..In epoca romana, si trovavano proprio lì i rigogliosi giardini della villa di Lucullo. Sulla strada che porta alla collina, in via Monte di Dio, abitava Gennaro Serra di Cassano, uno dei protagonisti della repubblica napoletana nel 1799. 
Il Monte Echia è diventato, negli ultimi anni, anche set cinematografico della serie televisiva “I bastardi di Pizzofalcone”, che lo ha reso famoso a un pubblico più ampio. 
Focus del tour è Villa Ebe, ultima dimora di Lamont Young, architetto visionario vissuto a cavallo tra '800 e '900: l'edificio è purtroppo celebre per la sua storia travagliata e il suo futuro incerto. Scendendo per le rampe fino a via Chiatamone, ricordiamo la vecchia fontana dalla quale sgorgava la cosiddetta “acqua suffregna”. Il percorso si conclude presso il Castel dell'Ovo, dove, secondo la leggenda, si depositò il corpo della sirena Partenope, che fondò la città di Napoli. 


Borgo Due Porte all'Arenella

Salita Due Porte all'Arenella e Materdei


Sapete perché Salita Due Porte all'Arenella si chiama così?
Scopriamolo partendo da Piazza Muzji, e raggiungiamo insieme l‘ingresso del Borgo Due Porte. In via Molo alle Due Porte c'è una chiesa dei templari, dedicata a Santa Maria Coeli e a San Gennaro. Inizia, poi, la nostra discesa verso Materdei. Visitiamo la parte esterna e l'ingresso della metropolitana (stazione dell‘arte, progettata dall‘Atelier Mendini), senza oltrepassare i tornelli, e i vicoli più caratteristici del quartiere. Proseguiamo verso Salita San Raffaele, per scoprire i murales di Francisco Bosoletti, street artist argentino che ha dipinto nel quartiere Materdei le origini della città partenopea. 

Panorama dalla Certosa di San Martino

Certosa di San Martino e Pedamentina


Visitiamo la Certosa di San Martino: i chiostri e il cimitero dei monaci, le sezioni del museo e la chiesa del complesso monumentale.
La Certosa è stata costruita a partire dal 1328 per ospitare l'ordine dei certosini, ma nel Cinquecento e nel Seicento ha assunto, grazie ad artisti del calibro di Giovanni Antonio Dosio e di Cosimo Fanzago, l'aspetto tipico dell'epoca, ed è diventata uno degli esempi più importanti del barocco napoletano.
Terminata la visita al complesso museale, scenderemo per i 414 gradini della Pedamentina di San Martino, e proseguiremo, poi, lungo lo scalone monumentale di Montesanto, per raggiungere il mercato della Pignasecca, osservando ancora il panorama sulla città. 
C'è chi scende e c'è chi sale, je ve porte pe' sti scale...


Sant'Antonio ai Monti

Sant'Antonio ai Monti: dal Vomero alla Pignasecca


Partenza da Piazza Leonardo, angolo Via Girolamo Santacroce. Raggiungiamo il Corso Vittorio Emanuele, già Corso Maria Teresa, costruito verso la metà del XIX secolo per volontà di Ferdinando II. Si tratta della prima “tangenziale” in ordine di tempo, che collega Piazza Mazzini al quartiere di Mergellina. I palazzi nobiliari della zona lasciano i passanti a bocca aperta. Ma, come succede spesso a Napoli, basta girare l'angolo, per cambiare completamente scenario, e trovarsi in un quartiere popolare fatto di stradine strette e panni stesi all'aria aperta. Percorriamo la pittoresca Sant'Antonio ai Monti, tra vicoli e vicoletti, per arrivare nella zona di Montesanto, e poi attraversiamo il mercato della Pignasecca. Possiamo approfittarne per osservare le specialità culinarie napoletane: trippa, pizza a portafoglio, pizza fritta, zeppole e panzarotti. Dopo aver deliziato gli occhi, proseguiamo per Piazza Carità, dove si conclude il nostro percorso. Chi vorrà, potrà fare due passi indietro e cibarsi di tutte (o soltanto alcune) delle prelibatezze viste durante il tour!!!


Petraio

Dal Petraio a Palazzo Mannajuolo: c'è chi scende e c'è chi sale

C'è chi scende e c'è chi sale, je ve porte pe' 'sti scale...
Appuntamento in Via Cimarosa, Vomero, all'ingresso della funicolare di Chiaia. Per raggiungere la città bassa, però, non utilizzeremo il trasporto a fune, ma scenderemo lungo le scale del Petraio. Una delle più spettacolari delle pedamentine di Napoli, il Petraio collega il quartiere Vomero al Corso Vittorio Emanuele, nei pressi della Chiesa di Santa Maria Apparente. Il nostro percorso prosegue lungo via San Carlo alle Mortelle, fino a raggiungere la chiesa omonima. Le rampe Brancaccio, infine, ci porteranno su Via Filangieri. L'itinerario si conclude a Palazzo Mannajuolo, gioiello dello stile liberty a Napoli, costruito all'inizio del ventesimo secolo su progetto di Giulio Ulisse Arata.


Panorama da Via Palizzi

L'altro Petraio: viaggio nel liberty napoletano

Partiamo da Largo San Martino per scoprire il palazzi in stile liberty del Vomero, e arriviamo fino a Chiaia. Resterete affascinati dalle ville di via Donizetti e di via Palizzi. Arriviamo sul Corso Vittorio Emanuele, dove la vista del Castello Aselmeyer, capolavoro indiscusso dell'architetto Lamont Young, e oggi condominio privato, è da mozzare il fiato.
Continuiamo lungo via del Parco Margherita, per ammirare altre ville liberty, fino ad arrivare alla funicolare di Chiaia, e a piazza Amedeo.
Il percorso è diverso da quello dei gradini del Petraio (Dal Petraio a Palazzo Mannajuolo).


Panorama da Castel Sant'Elmo

Castel Sant'Elmo e Pedamentina di San Martino


Il Castel Sant'Elmo fu costruito a partire dal 1329, per volontà di Roberto D'Angiò e ad opera di Tino da Camaino. La sua struttura è stata poi modificata nel periodo vicereale, in cui, per volontà di Pedro da Toledo, assunse l'impianto stellare a sei punte, la stessa forma che lo caratterizza anche oggi. Dalla terrazza di questo enorme complesso in tufo giallo napoletano si può ammirare il panorama a 360 gradi sulla città di Napoli e sul golfo: a est, il Vesuvio con la costiera sorrentina, e a ovest i Campi Flegrei, con le isole di Procida e Ischia. Dopo la visita del castello, percorreremo una delle più suggestive pedamentine di Napoli, per raggiungere il Corso Vittorio Emanuele, e poi il mercato della Pignasecca.


Salita Villanova

Porta Posillipo e Salita Villanova


C'è chi scende e c'è chi sale, e chi dalle scale vede il mare! Il percorso parte dalla funicolare di via Manzoni, per poi visitare il borgo di Porta Posillipo e quello di Villanova. Scendiamo per le scale del "canalone", un percorso scavato nel tufo, fino a via Petrarca. Tra gli scorci panoramici sul golfo di Napoli e le sontuose ville del Parco Carelli, arriviamo a via Posillipo, all'altezza di Palazzo Donn'Anna, il sontuoso ma incompleto gioiello barocco costruito nel '600 da Cosimo Fanzago per la nobildonna Anna Carafa. Al termine della visita, potrete decidere di fermarvi un po' in spiaggia, o proseguire, per dieci minuti di cammino, verso Mergellina, dove la funicolare o il bus pubblico vi riporteranno al punto di partenza. 


Gradini San Mandato

San Mandato e Salita Pontecorvo


Contrada San Mandato e Salita Pontecorvo: scopriamo un altro percorso verticale di Napoli, la città obliqua. Ci incontriamo davanti alla fermata della metropolitana Salvator Rosa, progettata dall'Atelier Mendini nel 2001: la strada, che attualmente porta il nome del pittore napoletano, si chiamava anticamente "l'Infrascata", probabilmente perché nascosta tra le frasche (la fitta vegetazione), e collegava la città bassa con la zona collinare. Procediamo attraversando la contrada di San Mandato. Sapete da cosa deriva il suo nome? I vicoletti si snodano e offrono una valida alternativa alla strada principale. Camminiamo, poi, lungo salita Pontecorvo: impossibile non notare l'addensarsi di chiese e di monasteri. Nel corso del '500 e del '600, infatti, molte masserie e palazzi nobiliari vengono ceduti a ordini monastici, che costruiscono lì la loro sede. In alcuni casi, però, tracce di permanenze nobiliari sono ancora evidenti, come nel caso di Palazzo Spinelli di Tarsia. Il tour si conclude in Piazza Dante, un tempo Largo Mercatello.  


Borgo di Santo Strato

Il Borgo di Santo Strato a Posillipo


Posillipo è nota per il suo mare cristallino, molto meno per i suoi villaggi rurali. Questo lembo di terra così caro alle divinità, dove il giallo del tufo si alterna al blu dell'acqua di mare, è frutto della furia di un supervulcano, i campi flegrei. La costa fu scelta prima dagli antichi romani, e poi dai nobili napoletani, come sede delle loro ville. Un paradiso in terra, isolato dal resto della città fino alla metà del '600, quando il vicerè Ramiro de Guzmán fece costruire le attuali rampe di Sant'Antonio, che arrivano a Mergellina. Un tempo, la vita si svolgeva lì in piccoli villaggi autogestiti. Il casale più importante era quello di Santo Strato, che prende il suo nome dalla chiesa della zona. Scopriamo insieme la storia del borgo e la sua autenticità, quella che ha ispirato l'ungherese Sándor Márai per il suo libro Il sangue di San Gennaro, ambientato proprio nel borgo di Santo Strato. Al termine della visita, chi vorrà potrà proseguire in autonomia e raggiungere il borgo costiero Marechiaro, dove è possibile fare il bagno. 

Rampe di Sant'Antonio a Posillipo

Da Posillipo a Mergellina: le tredici scese e il parco Vergiliano

Visitiamo il parco Vergiliano con un tour guidato nel luogo della tomba di Leopardi e della "tomba di Virgilio". Ma, siccome amiamo i percorsi lunghi, partiamo da via Manzoni, e ne approfittiamo per percorrere le "tredici scese", le rampe di Sant'Antonio a Posillipo. Fu la prima strada di collegamento tra Posillipo e la città bassa ad essere resa carrozzabile, nel 1643, per volontà del viceré Ramiro de Guzmán, duca di Medina de Las Torres. Proprio sulle rampe fu eretta la chiesa dedicata a Sant'Antonio di Padova, che fu patrono di Napoli per 15 anni.
Il percorso si concluderà, dopo la visita nel parco Vergiliano, a Mergellina, dove potremo ammirare il leone di Mergellina e la fontana della sirena Partenope.
Al ritorno, potrete tornare comodamente al punto di partenza, in autonomia, con la funicolare di Mergellina.
In caso di vento forte o pioggia il parco Vergiliano sarà chiuso, quindi verrà spiegato dall'esterno.


Villa Ruffo della Scaletta a Posillipo

Rione Pica e Via Posillipo

In tanti conosciamo Posillipo per la sua costa e per la sua acqua cristallina. In quanti, però, conosciamo le sue realtà collinari? Andiamo alla scoperta di un percorso insolito. Partiamo da via Posillipo, regalata da Gioacchino Murat alla città di Napoli nel 1812. Dall'alto si possono ammirare alcune delle ville costiere, come villa Rocca Matilde. Ci spostiamo, poi, verso l'interno, in via Rione Pica. Perché si chiama così? Fu realizzato dall'architetto Massimo Pica Ciamarra. Di ciò che viene generalmente considerato un "rione", però, ha ben poco: proprio in via Rione Pica, infatti, troviamo alcune tra le ville più lussuose della città di Napoli. Durata: 2 ore circa


Paradisiello

La Napoli degli orti: da via Foria al Paradisiello

Hai voglia di evadere dalla città per andare in campagna, ma il tempo a disposizione è troppo poco? Non c'è problema, ci penso io a portarti in un piccolo paradiso vicino al centro città.
Partiamo dalla caserma Garibaldi, in via Foria, per andare ad esplorare il pendio della collina, tra scale e vicarielli.
Scopriremo palazzi nobiliari di via Foria e delle zone limitrofe, apprenderemo la storia delle chiese della zona, fino a raggiungere il vico Paradisiello. Lì, dopo una breve salita, potrai riposarti in un orto meraviglioso, tra alberi di mandarini e limoni. Potrai anche, se vorrai, raccoglierli e acquistarli a un prezzo scontatissimo.
Dalla strada larga ai vicoletti, dai palazzi alle masserie, vieni a scoprire il Paradisiello in città!Durata: 2 ore circa


Moiariello

La salita del Moiariello, da Foria a Capodimonte

Andiamo alla scoperta della Salita del Moiariello, la "Posillipo dei poveri".
La collina che sale verso Capodimonte in passato era occupata da boschi e campagne, masserie e orti.
Del passato agricolo oggi è rimasto ben poco, ne resta traccia nel nome "Moiariello", che deriva da "moio" o "moggio", antica unità di misura agraria che corrisponde a un terzo di ettaro.
La salita, dove hanno abitato medici e scienziati, offre scorci panoramici molto suggestivi e fornisce spunti di narrazione della storia della città.
Partendo dalla Caserma Garibaldi, in via Foria, raggiungeremo Capodimonte, attraverso la salita Montagnola e poi attraverso le rampe Ottavio Morisani. Vedremo, dall'esterno, la Torre del Palasciano, che un tempo fu residenza del fondatore della Croce Rossa, l'Osservatorio Astronomico, voluto da Giuseppe Bonaparte e da Gioacchino Murat durante il decennio francese, e tanti altri edifici storici.
Il fascino dei luoghi del passato ci accompagnerà per tutto il percorso. Al ritorno, scenderemo attraverso i gradini fino a via Foria. Durata: 2 ore circa

...e tanti, tanti altri itinerari!

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