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Il primo murales di Maradona nei quartieri spagnoli: la storia di un mito

Largo degli artisti, murales dedicato a Diego Armando Maradona.
Risale al 1990, anno del secondo scudetto vinto dalla squadra di calcio del Napoli. Fu eseguito, il murales, da un giovane ragazzo di 23 anni, Mario Filardi, proprio per festeggiare la vittoria. All'epoca, la street art non era molto diffusa a Napoli, e gli strumenti a disposizione erano pochi. L'illuminazione era scarsa, quindi Mario fu aiutato dai fari delle auto. La finestra che vedete, in tutte e due le immagini sul volto di Maradona non c'era ancora, e Mario riuscì a completare il suo murales. Il valore estetico non era eccellente, ma quello simbolico sì: da quel momento, tutti i napoletani avrebbero avuto un luogo di culto, dove poter ammirare l'opera dedicata a chi aveva realizzato il loro sogno, e cioè la vittoria dello scudetto, un grande riscatto per la città partenopea. 
Maradona aveva dimostrato che anche chi veniva da un ambiente umile poteva diventare un campione. Grazie a lui, Napoli era al centro del mondo. 
Era anche il sogno dello street artist Mario Filardi, probabilmente, che già da giovanissimo era andato in giro per il mondo a fare il cameriere, per non gravare sulla spesa economica della sua famiglia. Ma gli piaceva dipingere, era bravo, e quando il Napoli vinse lo scudetto, i ragazzi dei quartieri chiamarono lui, per onorare il campione. 
Mario, su una scala di fortuna, disegnò il corpo di Maradona, ma non realizzò i piedi, chissà se perché si accorse troppo tardi di aver terminato lo spazio, oppure perché voleva lasciarli all'immaginazione dei napoletani. 
Dopo qualche tempo, uno degli inquilini del palazzo decise di aprire una finestra abusiva proprio sul volto del murales di Maradona: potete immaginare il disaccordo degli abitanti del quartiere! Il destino della finestra fu quello di restare chiusa, ma intanto la sua costruzione aveva provocato dei danni al murales, e quindi dovette intervenire Salvatore Iodice, un ragazzo dei quartieri, oggi noto ai più per il laboratorio di riciclo Miniera. Salvatore disegnò nuovamente il viso del campione; anche in questo caso, un'opera di non particolare bellezza, ma almeno Maradona aveva riconquistato un volto. 
Quando, poi, nel 2017, l'artista argentino Francisco Bosoletti venne a Napoli, nei quartieri spagnoli, per realizzare la sua "Iside" proprio sull'edificio accanto al murales di Maradona, gli chiesero di rifare il volto sulla finestra. Ed ecco che, come risultato, si ottenne un'espressione più simile a quella reale.  
Dopo la morte del d10s, come viene chiamato dai napoletani, il largo degli artisti è diventato un punto di incontro ancora più importante non solo per tutti i tifosi del Napoli, ma anche per coloro che vogliono essere testimoni dell'amore che i napoletani hanno provato e provano, tutt'oggi, nei confronti di colui che è stato il miglior calciatore di tutti i tempi. 
E' proprio lì che, subito dopo la morte di Maradona, molti dei napoletani sentirono il bisogno di recarsi, è da lì che partì la fiaccolata per onorare il nostro eroe. In pochi metri quadrati è raccolto tutto l'amore, la fede calcistica, la volontà di riscatto, le emozioni della vittoria e il dolore per una delle perdite che la città non ha ancora superato. 
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Largo degli Artisti, mural dedicated to Diego Armando Maradona, dates back to 1990, the year of the second championship won by the Neapolitan football team. The mural was painted by a young 23-year-old boy, Mario Filardi, in order to celebrate the victory. At the time, street art was not very widespread in Naples, and the tools available were few. The lighting of roads was poor, so Mario was helped by the car headlights. The window you can see in both images on Maradona's face was not there yet, and Mario was able to complete his mural. The aesthetic value was not excellent, but the symbolic one, of course it was: from that moment, all Neapolitans would have had a place of worship, where they could admire the work dedicated to the hero who had realized their dream, namely the victory of the championship, a great redemption for the Neapolitan city. Maradona had shown that even those who came from a humble background could become a champion. Thanks to him, Naples was at the center of the world. It was also the dream of street artist Mario Filardi, probably, who had already gone around the world as a waiter at a very young age, so as not to burden his family's economic expenses. But he liked to paint, he was good, and when Napoli won the championship, the boys from the neighborhoods called him, to honor the champion. Mario, on a makeshift scale, drew the body of Maradona, but did not draw his feet, probably because he realized too late that there was no space available anymore to draw the mural, or because he wanted to leave them to the imagination of the Neapolitans. After some time, one of the tenants of the building decided to open an abusive window right on the face of the Maradona mural: you can imagine the disagreement of the inhabitants of the neighborhood! The fate of the window was to remain closed, but in the meantime its construction had caused damage to the mural, and therefore Salvatore Iodice, a neighborhood boy, now known to most for the recycling laboratory "Miniera", had to intervene. Salvatore drew the champion's face again; also in this case, a work of no particular beauty, but at least Maradona had regained a face. Then, in 2017, the Argentine artist Francisco Bosoletti came to Naples, in the Spanish quarters, to create his "Isis" right on the building next to the mural of Maradona, they asked him to redo the face on the window. And here, as a result, an expression more similar to the real one was obtained. After the death of the d10s, as it is called by the Neapolitans, Largo degli Artisti has become an even more important meeting point not only for all Napoli fans, but also for those who want to be witnesses of the love that the Neapolitans have felt and they still feel against the one who was the best footballer of all time. It is precisely there that, immediately after the death of Maradona, many of the Neapolitans felt the need to go, it is from there that the torchlight procession to honor our hero started. In a few square meters you will be able to find all the love, the football faith, the desire for redemption, the emotions of victory and the pain for one of the losses that the city has not yet overcome.


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Napoli ricorda il maestro Riccardo Muti con lo stencil di Federico Luvol

È di Federico Luvol, street artist di Novara, lo stencil dedicato al maestro Riccardo Muti, nel centro storico della città di Napoli .
Una dedica al direttore d'orchestra era già apparsa sullo sportello di una centralina elettrica a Ravenna. Per l'opera napoletana, Federico Luvol sceglie lo stencil e la vernice spray, gli strumenti con i quali lavora più spesso.
Grazie alla varietà dei colori utilizzati, la figura, rappresentata proprio mentre dirige l'orchestra, appare inondata di brio.
Si trova a Napoli di fronte al conservatorio di San Pietro a Majella, lì dove si studia musica.


The stencil dedicated to Riccardo Muti, in the historic center of the city of Naples, Italy, was made by Federico Luvol, a street artist from. Novara. A street art work made by him and dedicated to the famous conductor had already appeared on the door of an electrical switchboard in Ravenna. For the Neapolitan work, Federico Luvol chooses stencil and spray paint, the tools he generally works with. Thanks to the variety of colors used, the figure, represented while conducting the orchestra, appears flooded with vivacity. It is located in Naples in front of the San Pietro a Majella conservatory, where people study music.

Il murales omaggio di Tono Cruz a Totò nel Rione Sanità

Nel Rione Sanità , a Napoli, sulla facciata di un palazzo, c'è un murales dedicato a Totò.
L'opera di street art è di Tono Cruz , artista spagnolo delle Gran Canarie, rappresenta la famosa scena del film "La banda degli onesti", in cui Totò spiega a Peppino come funziona il capitalismo con la metafora dello zucchero. La scena del film si può vedere a questo link
Il capitalista approfitta dell'incisione altrui, per rubare loro le risorse. E così in questa scena, siccome Peppino non sa quanto zucchero versare nella propria tazzina di caffè, Totò man mano prende per sé tutto lo zucchero, lasciando il compare a bocca asciutta.
Il murales è stato fatto per onorare la memoria dell'attore napoletano nel quartiere dove è nato, e anche per donare al rione un ulteriore elemento di rivalutazione culturale. Tono Cruz, infatti, insieme ad altri street artist, ha partecipato al progetto promosso da padre Antonio Loffredo e dalla Fondazione di Comunità San Gennaro. Già nel 2015 aveva dipinto nella piazza della chiesa il murales "Luce", e insieme all'artista cileno Mono Gonzalez aveva decorato il campanile di una chiesa nel quartiere.

In the Rione Sanità, in Naples, on the facade of a building, there is a mural dedicated to Totò, a famous Neapolitan comic actor of the twentieth century. The street art work has been made by Tono Cruz, a Spanish artist from the Gran Canaries, and represents the famous scene from the movie "The band of honest men", in which Totò explains to Peppino how capitalism works, using the metaphor of the sugar. The scene of the movie can be seen at this link. The capitalist takes advantage of the engraving of others to steal resources from them. In this scene, indeed, since Peppino does not know how much sugar to pour into his cup of coffee, Totò gradually takes all the sugar for himself. The mural was done to honor the memory of the Neapolitan actor in the neighborhood where he was born, and also to give the district an additional element of cultural revaluation. In fact, Tono Cruz, together with other street artists, participated in the project promoted by Antonio Loffredo, preacher of the Church Santa Maria della Sanità, and by the San Gennaro Community Foundation. Already in 2015 Tono Cruz had painted the mural "Luce" in the church square, and together with the Chilean artist Mono Gonzalez he had decorated the bell tower of a church in the neighborhood.

Don't mix ghosts with angels, il murales all'ingresso del Rione Sanità

"Don't mix ghosts with angels"
"Nu 'mmescà 'e fantasme cu ll'angiule" 
Lo scrive chiaramente, Simone, del Collettivo FX, al quale questo murales è costato un giorno intero di lavoro. Lo street artist, infatti, ha dovuto rimuovere i manifesti elettorali affissi sul muro, prima di realizzare l'opera nel Rione Sanità, a Napoli. 
Il murales, che rientra anche nel progetto "Madonne dell'Adesso", rappresenta una madonna nera e due bambini. Dei due, quello in braccio alla Madonna ha i tratti africani, e l'aureola, e cerca di togliere un fantasma (o un demone) dalla testa dell'altro bambino, che ha le ali. Non è ben chiaro chi dei due sia il bambino e chi dei due sia l'angelo, ma non importa. Non c'è una netta divisione, in fondo, tra buoni e cattivi, tra angeli e demoni, c'è chi lotta, oggi, per scacciare i fantasmi del rione, e c'è chi non ha avuto molte alternative, nella vita. 
L'opera di street art è ispirata all'immagine della Madonna della Sanità, la più antica di Napoli trovata nella vicina chiesa di Santa Maria della Sanità (anche chiamata Chiesa di San Vincenzo, per la presenza della statua di Vincenzo Ferrer), e si quasi all'ingresso del Borgo Vergini, come a voler chiarire che chi vi accede, deve essere consapevole che condivisione, accoglienza, tolleranza verso il prossimo, integrazione e liberazione dai pregiudizi sono alla base della rinascita del quartiere. 
Il progetto è sorto in collaborazione con la Fondazione San Gennaro e con Il fazzoletto di perle e ha richiamato nel quartiere diversi street artist. 

Erri de Luca a Napoli, nel murales di c215

Spunta a Napoli , nel quartiere Forcella , il volto di Erri de Luca, noto scrittore contemporaneo . Si tratta di un'opera di streetart di Christian Guémy, in arte c215 , artista francese che lavora generalmente con la tecnica dello stencil. Christian ha studiato Storia dell'Arte all'Università della Sorbonne a Parigi, dove ha conseguito il dottorato di ricerca. Fortemente influenzato da Caravaggio, di cui rappresenta "Il bacchino malato" nel centro storico di Napoli, e da Ernest Pignon Ernest, esponente del movimento Fluxus e del situazionismo, c215 sceglie, come soggetti delle sue opere, per lo più uomini comuni, come mendicanti, anziani, rifugiati. I suoi personaggi sembrano quasi quadri espressionisti, i dettagli sono rappresentati con una minuziosità tale da rendere visibile i segni del quotidiano, come, in questo caso, le rughe sul volto. 

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Il primo murales di Maradona nei quartieri spagnoli: la storia di un mito

Largo degli artisti, murales dedicato a Diego Armando Maradona.
Risale al 1990, anno del secondo scudetto vinto dalla squadra di calcio del Napoli. Fu eseguito, il murales, da un giovane ragazzo di 23 anni, Mario Filardi, proprio per festeggiare la vittoria. All'epoca, la street art non era molto diffusa a Napoli, e gli strumenti a disposizione erano pochi. L'illuminazione era scarsa, quindi Mario fu aiutato dai fari delle auto. La finestra che vedete, in tutte e due le immagini sul volto di Maradona non c'era ancora, e Mario riuscì a completare il suo murales. Il valore estetico non era eccellente, ma quello simbolico sì: da quel momento, tutti i napoletani avrebbero avuto un luogo di culto, dove poter ammirare l'opera dedicata a chi aveva realizzato il loro sogno, e cioè la vittoria dello scudetto, un grande riscatto per la città partenopea. 
Maradona aveva dimostrato che anche chi veniva da un ambiente umile poteva diventare un campione. Grazie a lui, Napoli era al centro del mondo. 
Era anche il sogno dello street artist Mario Filardi, probabilmente, che già da giovanissimo era andato in giro per il mondo a fare il cameriere, per non gravare sulla spesa economica della sua famiglia. Ma gli piaceva dipingere, era bravo, e quando il Napoli vinse lo scudetto, i ragazzi dei quartieri chiamarono lui, per onorare il campione. 
Mario, su una scala di fortuna, disegnò il corpo di Maradona, ma non realizzò i piedi, chissà se perché si accorse troppo tardi di aver terminato lo spazio, oppure perché voleva lasciarli all'immaginazione dei napoletani. 
Dopo qualche tempo, uno degli inquilini del palazzo decise di aprire una finestra abusiva proprio sul volto del murales di Maradona: potete immaginare il disaccordo degli abitanti del quartiere! Il destino della finestra fu quello di restare chiusa, ma intanto la sua costruzione aveva provocato dei danni al murales, e quindi dovette intervenire Salvatore Iodice, un ragazzo dei quartieri, oggi noto ai più per il laboratorio di riciclo Miniera. Salvatore disegnò nuovamente il viso del campione; anche in questo caso, un'opera di non particolare bellezza, ma almeno Maradona aveva riconquistato un volto. 
Quando, poi, nel 2017, l'artista argentino Francisco Bosoletti venne a Napoli, nei quartieri spagnoli, per realizzare la sua "Iside" proprio sull'edificio accanto al murales di Maradona, gli chiesero di rifare il volto sulla finestra. Ed ecco che, come risultato, si ottenne un'espressione più simile a quella reale.  
Dopo la morte del d10s, come viene chiamato dai napoletani, il largo degli artisti è diventato un punto di incontro ancora più importante non solo per tutti i tifosi del Napoli, ma anche per coloro che vogliono essere testimoni dell'amore che i napoletani hanno provato e provano, tutt'oggi, nei confronti di colui che è stato il miglior calciatore di tutti i tempi. 
E' proprio lì che, subito dopo la morte di Maradona, molti dei napoletani sentirono il bisogno di recarsi, è da lì che partì la fiaccolata per onorare il nostro eroe. In pochi metri quadrati è raccolto tutto l'amore, la fede calcistica, la volontà di riscatto, le emozioni della vittoria e il dolore per una delle perdite che la città non ha ancora superato. 
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Largo degli Artisti, mural dedicated to Diego Armando Maradona, dates back to 1990, the year of the second championship won by the Neapolitan football team. The mural was painted by a young 23-year-old boy, Mario Filardi, in order to celebrate the victory. At the time, street art was not very widespread in Naples, and the tools available were few. The lighting of roads was poor, so Mario was helped by the car headlights. The window you can see in both images on Maradona's face was not there yet, and Mario was able to complete his mural. The aesthetic value was not excellent, but the symbolic one, of course it was: from that moment, all Neapolitans would have had a place of worship, where they could admire the work dedicated to the hero who had realized their dream, namely the victory of the championship, a great redemption for the Neapolitan city. Maradona had shown that even those who came from a humble background could become a champion. Thanks to him, Naples was at the center of the world. It was also the dream of street artist Mario Filardi, probably, who had already gone around the world as a waiter at a very young age, so as not to burden his family's economic expenses. But he liked to paint, he was good, and when Napoli won the championship, the boys from the neighborhoods called him, to honor the champion. Mario, on a makeshift scale, drew the body of Maradona, but did not draw his feet, probably because he realized too late that there was no space available anymore to draw the mural, or because he wanted to leave them to the imagination of the Neapolitans. After some time, one of the tenants of the building decided to open an abusive window right on the face of the Maradona mural: you can imagine the disagreement of the inhabitants of the neighborhood! The fate of the window was to remain closed, but in the meantime its construction had caused damage to the mural, and therefore Salvatore Iodice, a neighborhood boy, now known to most for the recycling laboratory "Miniera", had to intervene. Salvatore drew the champion's face again; also in this case, a work of no particular beauty, but at least Maradona had regained a face. Then, in 2017, the Argentine artist Francisco Bosoletti came to Naples, in the Spanish quarters, to create his "Isis" right on the building next to the mural of Maradona, they asked him to redo the face on the window. And here, as a result, an expression more similar to the real one was obtained. After the death of the d10s, as it is called by the Neapolitans, Largo degli Artisti has become an even more important meeting point not only for all Napoli fans, but also for those who want to be witnesses of the love that the Neapolitans have felt and they still feel against the one who was the best footballer of all time. It is precisely there that, immediately after the death of Maradona, many of the Neapolitans felt the need to go, it is from there that the torchlight procession to honor our hero started. In a few square meters you will be able to find all the love, the football faith, the desire for redemption, the emotions of victory and the pain for one of the losses that the city has not yet overcome.


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Napoli ricorda il maestro Riccardo Muti con lo stencil di Federico Luvol

È di Federico Luvol, street artist di Novara, lo stencil dedicato al maestro Riccardo Muti, nel centro storico della città di Napoli .
Una dedica al direttore d'orchestra era già apparsa sullo sportello di una centralina elettrica a Ravenna. Per l'opera napoletana, Federico Luvol sceglie lo stencil e la vernice spray, gli strumenti con i quali lavora più spesso.
Grazie alla varietà dei colori utilizzati, la figura, rappresentata proprio mentre dirige l'orchestra, appare inondata di brio.
Si trova a Napoli di fronte al conservatorio di San Pietro a Majella, lì dove si studia musica.


The stencil dedicated to Riccardo Muti, in the historic center of the city of Naples, Italy, was made by Federico Luvol, a street artist from. Novara. A street art work made by him and dedicated to the famous conductor had already appeared on the door of an electrical switchboard in Ravenna. For the Neapolitan work, Federico Luvol chooses stencil and spray paint, the tools he generally works with. Thanks to the variety of colors used, the figure, represented while conducting the orchestra, appears flooded with vivacity. It is located in Naples in front of the San Pietro a Majella conservatory, where people study music.

Il murales omaggio di Tono Cruz a Totò nel Rione Sanità

Nel Rione Sanità , a Napoli, sulla facciata di un palazzo, c'è un murales dedicato a Totò.
L'opera di street art è di Tono Cruz , artista spagnolo delle Gran Canarie, rappresenta la famosa scena del film "La banda degli onesti", in cui Totò spiega a Peppino come funziona il capitalismo con la metafora dello zucchero. La scena del film si può vedere a questo link
Il capitalista approfitta dell'incisione altrui, per rubare loro le risorse. E così in questa scena, siccome Peppino non sa quanto zucchero versare nella propria tazzina di caffè, Totò man mano prende per sé tutto lo zucchero, lasciando il compare a bocca asciutta.
Il murales è stato fatto per onorare la memoria dell'attore napoletano nel quartiere dove è nato, e anche per donare al rione un ulteriore elemento di rivalutazione culturale. Tono Cruz, infatti, insieme ad altri street artist, ha partecipato al progetto promosso da padre Antonio Loffredo e dalla Fondazione di Comunità San Gennaro. Già nel 2015 aveva dipinto nella piazza della chiesa il murales "Luce", e insieme all'artista cileno Mono Gonzalez aveva decorato il campanile di una chiesa nel quartiere.

In the Rione Sanità, in Naples, on the facade of a building, there is a mural dedicated to Totò, a famous Neapolitan comic actor of the twentieth century. The street art work has been made by Tono Cruz, a Spanish artist from the Gran Canaries, and represents the famous scene from the movie "The band of honest men", in which Totò explains to Peppino how capitalism works, using the metaphor of the sugar. The scene of the movie can be seen at this link. The capitalist takes advantage of the engraving of others to steal resources from them. In this scene, indeed, since Peppino does not know how much sugar to pour into his cup of coffee, Totò gradually takes all the sugar for himself. The mural was done to honor the memory of the Neapolitan actor in the neighborhood where he was born, and also to give the district an additional element of cultural revaluation. In fact, Tono Cruz, together with other street artists, participated in the project promoted by Antonio Loffredo, preacher of the Church Santa Maria della Sanità, and by the San Gennaro Community Foundation. Already in 2015 Tono Cruz had painted the mural "Luce" in the church square, and together with the Chilean artist Mono Gonzalez he had decorated the bell tower of a church in the neighborhood.

Don't mix ghosts with angels, il murales all'ingresso del Rione Sanità

"Don't mix ghosts with angels"
"Nu 'mmescà 'e fantasme cu ll'angiule" 
Lo scrive chiaramente, Simone, del Collettivo FX, al quale questo murales è costato un giorno intero di lavoro. Lo street artist, infatti, ha dovuto rimuovere i manifesti elettorali affissi sul muro, prima di realizzare l'opera nel Rione Sanità, a Napoli. 
Il murales, che rientra anche nel progetto "Madonne dell'Adesso", rappresenta una madonna nera e due bambini. Dei due, quello in braccio alla Madonna ha i tratti africani, e l'aureola, e cerca di togliere un fantasma (o un demone) dalla testa dell'altro bambino, che ha le ali. Non è ben chiaro chi dei due sia il bambino e chi dei due sia l'angelo, ma non importa. Non c'è una netta divisione, in fondo, tra buoni e cattivi, tra angeli e demoni, c'è chi lotta, oggi, per scacciare i fantasmi del rione, e c'è chi non ha avuto molte alternative, nella vita. 
L'opera di street art è ispirata all'immagine della Madonna della Sanità, la più antica di Napoli trovata nella vicina chiesa di Santa Maria della Sanità (anche chiamata Chiesa di San Vincenzo, per la presenza della statua di Vincenzo Ferrer), e si quasi all'ingresso del Borgo Vergini, come a voler chiarire che chi vi accede, deve essere consapevole che condivisione, accoglienza, tolleranza verso il prossimo, integrazione e liberazione dai pregiudizi sono alla base della rinascita del quartiere. 
Il progetto è sorto in collaborazione con la Fondazione San Gennaro e con Il fazzoletto di perle e ha richiamato nel quartiere diversi street artist. 

Erri de Luca a Napoli, nel murales di c215

Spunta a Napoli , nel quartiere Forcella , il volto di Erri de Luca, noto scrittore contemporaneo . Si tratta di un'opera di streetart di Christian Guémy, in arte c215 , artista francese che lavora generalmente con la tecnica dello stencil. Christian ha studiato Storia dell'Arte all'Università della Sorbonne a Parigi, dove ha conseguito il dottorato di ricerca. Fortemente influenzato da Caravaggio, di cui rappresenta "Il bacchino malato" nel centro storico di Napoli, e da Ernest Pignon Ernest, esponente del movimento Fluxus e del situazionismo, c215 sceglie, come soggetti delle sue opere, per lo più uomini comuni, come mendicanti, anziani, rifugiati. I suoi personaggi sembrano quasi quadri espressionisti, i dettagli sono rappresentati con una minuziosità tale da rendere visibile i segni del quotidiano, come, in questo caso, le rughe sul volto. 

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