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Abraham Calero - street art, tenerezza ed economia sostenibile

Da qualche giorno nel centro storico di Napoli, in zona universitaria, c'è un nuovo murales. Si tratta di un'opera di Abraham Calero, street artist dell'isola di Mallorca, in Spagna. Anche uno sguardo disattento nota il rimando a uno dei padri della street art, e cioè al "Girl with balloon" di Banksy. In effetti, l'opera di Abraham Calero è anche un omaggio a Banksy, ma nel suo murales il palloncino non ha la forma di un cuore, ma del virus, e porta via il vecchietto Carl Fredricksen di "Up" della Pixar (vi consiglio di non guardarlo, se vi commuovete facilmente), che nel film vende proprio i palloncini. Il riferimento è ovviamente, a tutti gli affetti (in particolare quelli dei nonni) che la pandemia in corso ci ha sottratto. La bambina tende il braccio verso il nonno che vola via, cercando di vincere la distanza che li separa, o semplicemente di salutarlo. L'opera di Abraham Calero è stata fatta in vari stili: la bambina è uno stencil, Carl con il palloncino, invece, sono una stampa (Carl in scala di grigi, il virus di colore rosso). Si tratta di una delle due variazioni, sullo stesso tema, realizzate dall'artista: nella prima è tutto identico, eccetto per il palloncino a forma di cuore, invece che di virus. La prima opera, però, che è stata protagonista del suo progetto "¡Por Fin Es Lunes!", in cui il murales cambiava proprietario ogni settimana. In un'intervista, infatti, Abraham Calero afferma che l'artista, nel momento in cui trova una collocazione alla propria opera, la regala alla città, e ogni spettatore ne darà un'interpretazione differente. Decide, allora, di inaugurare un gioco: l'opera potrà, ogni settimana, essere ritirata da un qualunque spettatore, che potrà portarla con sé ed esporla dove vuole per la settimana in corso; il lunedì successivo dovrà però cederla al primo richiedente. "¡Por Fin Es Lunes!" significa "Finalmente è lunedì!" e si riferisce, evidentemente, al giorno della settimana in cui il murales trova un nuovo proprietario, e, di conseguenza, un nuovo contesto. Generalmente, il lunedì è associato a una sensazione di malessere, perché si torna a lavoro, e infatti l'espressione più comunemente utilizzata è "¡Por Fin No Es Lunes!", per indicare che finalmente è arrivato il fine settimana e ci possiamo dedicare ai nostri hobby. Ma quest'anno, per molte persone che hanno perso il lavoro, è cambiata la prospettiva. Non è la prima volta che Abraham Calero utilizza la modalità del gioco nel suo lavoro: in passato, infatti, aveva trattato il tema della mancanza di turismo a causa della pandemia proprio con un gioco di parole. Da "SOS turisme" a "SOS tenible": nelle isole baleari il turismo è di certo la fonte di ricchezza principale, ma l'artista vuole porre l'accento sul fatto che proprio il monopolio del turismo ha portato, con la pandemia, al crollo economico totale, e a un forte aumento della povertà. La povertà non solo di chi possiede o gestisce i grandi alberghi, ma anche di chi si occupa della pulizia degli asciugamani o di portare i piatti ai tavoli. Non bisognerà tornare alla situazione di prima, ma trovare delle forme di economia sostenibile e che consentano di offrire una ricchezza al territorio indipendente dal turismo. Una visione delle cose che mi sento di appoggiare in toto!

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Opera di Abraham Calero



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Opera di Banksy "Girl with Balloon"
Whatifier e le connessioni emozionali - Street art a Napoli


Se fate un giro per il centro storico di Napoli , vi accorgerete che alcuni vicoli sono decorati con poster e sticker di street artist. L'utilizzo di poster e sticker permette agli artisti di lavorare in studio e non soffermarsi troppo sul luogo scelto come sfondo della propria opera , e contemporaneamente permette una più facile rimozione della stessa. È, quindi, decisamente una forma più ecologica rispetto allo spray o alla pittura diretta sul muro. Nell'immagine vedete un poster di whatifier , con due gattini . Uno rosso e l'altro nero, sono collegati da un segnale di rete #wifi , che ha però la forma di un cuore . Il primo avvisa che la connessione si è persa, e chiede se fare un altro tentativo. Il secondo avvisa che ci sono altre connessioni disponibili e impone la connessione automatica. La lingua scelta per la comunicazione tra i due gatti è l'inglese è il linguaggio è tipicamente informatico . Il contenuto , però, è quello delle emozioni . Attraverso questo processo, l'artista crea un effetto straniante, e lo spettatore è costretto ad andare oltre il singolo murales e a riflettere. La tecnologia sta prendendo il sopravvento sulle emozioni ? La tematica viene riproposta anche in altri murales di @whatifier , divertitevi a cercarli per il centro storico di Napoli!
P.S.: specifico che quello che ho scritto è una mia personale interpretazione! Potrei anche sbagliarmi, ma l'arte è bella anche per questo... lascia uno spazio di libertà a chi la osserva!

Pino Daniele a via Foria - murales di Antonio Cotecchia

Di fronte al Museo Archeologico di Napoli , sotto i portici della Galleria Principe , c'è un nuovo murales di Antonio Cotecchia , dedicato a Pino , scomparso il 4 gennaio 2015.
La morte del musicista napoletano è stata vissuta dal come una perdita di inestimabile valore.
L'artista Antonio Cotecchia ha esposto le sue opere in Italia e in Germania. Con una precedente esperienza come digital art director, illustratore, graphic designer e fashion designer freelance, richiama nei suoi murales influenze cubiste, futuriste, espressioniste e pop.
Ha realizzato diversi lavori a Napoli, la tecnica è il disegno su poster , incollato sui muri. Tra i personaggi scelti come protagonisti troviamo, oltre Pino Daniele (al quale aveva già precedentemente dedicato un'opera nei pressi della chiesa di Santa Maria La Nova), Diego Armando Maradona, Pablo Picasso e il bellissimo murales nel Rione Sanità dedicato a vari personaggi napoletani, tra cui Eduardo De Filippo e Massimo Troisi, disegnato direttamente sul muro di via Mario Pagano.
In queste opere, che fanno parte del progetto intitolato "l'altra metà", il volto dei soggetti sì sdoppia, per metà resta "volto", per l'altra metà si trasforma in figure stilizzate e dipinte con colori accesi, che rispecchiano "il doppio" del soggetto, l'altro lato. E infatti, Antonio Cotecchia lo descrive così: "La serie che ho chiamato 'l’altra metà' racconta il perfetto equilibrio, tra quello che diamo e quello siamo, tra quello che eravamo e quello che siamo diventati. Racconta quello che vuol vedere la gente e quello che siamo veramente, l’equilibrio tra il peggio e il meglio, tra l’amore e il rifiuto di noi stessi, le paure e il coraggio di guardarle.
Ma racconta anche la bellezza di quell’equilibrio che solo l’acrobata che alberga in noi riesce a ridare ai nostri e agli occhi dell’altro!"
Date un'occhiata al suo profilo su instagram, vi lascerà a bocca aperta!

Exit Enter e l'omino a spasso in città


Classe 1990, Exit Enter è uno street artist toscano. Il segno distintivo delle sue opere sui muri delle città è un omino stilizzato, che ama fare vari tipi di azioni: rincorrere un cuore , passeggiare, camminare, cercare una sorta di "exit", un'uscita.
Le sue opere sono anche a Napoli , e, oltre agli omini con i cuori , troviamo, sui decumani , così come nei quartieri spagnoli , alcuni suoi disegni incorniciati, come questi con il Pulcinella , personaggio napoletano della commedia dell'arte. Exit Enter racconta che la prima volta che è venuto a Napoli, dopo qualche attimo di disorientamento per il caos in città, se ne è innamorato, e si è divertito a mangiare la pizza e a decorare i muri partenopei. In queste due opere è Pulcinella, e quindi la tradizione culinaria napoletana (nella seconda foto, con la pizza) a sferrare un bel pugno al pagliaccio di Mac Donald's. In effetti, a Napoli i panini della nota multinazionale americana non ottengono tutto questo successo, o almeno, non sono amati da tutti i napoletani, che preferiscono le specialità locali.

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DAGA e il Décollage - ad ogni vip la sua mascherina!

DAGA è il nickname di Dario Gaipa , street artist napoletano. Durante il lockdown di marzo-aprile scorso, Dario ha lavorato a un progetto molto interessante, che racconta di Napoli e dell'epoca che stiamo vivendo. Riutilizzando una tecnica già messa in atto precedentemente, con i collage dei manifesti sparsi per la città, da lui definiti "la pelle di Napoli" - l'artista ha realizzato, in questo frangente, delle opere che raffigurano i vip con delle mascherine molto particolari e personalizzate. Nasce così il progetto "Face2, mascherine in cerca d'autore". È un processo di associazioni: a Beethoven, ad esempio, viene associata la mascherina di Arancia meccanica , a Steve Jobs quella della Microsoft , a Bill Gates quella della Apple , a Woody Allen quella di Massimo Troisi , a Che Guevara il simbolo di falce e martello, ma invece del martello, c'è il mattarello - chiaro riferimento a tutti gli impasti del lockdown! 
La tecnica del décollage con la pelle di Napoli è anche un buon sistema di riciclo degli scarti urbani.
Divertitevi a trovarli in giro per i decumani di Napoli e anche negli altri quartieri cittadini, ce ne sono tanti!

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Abraham Calero - street art, tenerezza ed economia sostenibile

Da qualche giorno nel centro storico di Napoli, in zona universitaria, c'è un nuovo murales. Si tratta di un'opera di Abraham Calero, street artist dell'isola di Mallorca, in Spagna. Anche uno sguardo disattento nota il rimando a uno dei padri della street art, e cioè al "Girl with balloon" di Banksy. In effetti, l'opera di Abraham Calero è anche un omaggio a Banksy, ma nel suo murales il palloncino non ha la forma di un cuore, ma del virus, e porta via il vecchietto Carl Fredricksen di "Up" della Pixar (vi consiglio di non guardarlo, se vi commuovete facilmente), che nel film vende proprio i palloncini. Il riferimento è ovviamente, a tutti gli affetti (in particolare quelli dei nonni) che la pandemia in corso ci ha sottratto. La bambina tende il braccio verso il nonno che vola via, cercando di vincere la distanza che li separa, o semplicemente di salutarlo. L'opera di Abraham Calero è stata fatta in vari stili: la bambina è uno stencil, Carl con il palloncino, invece, sono una stampa (Carl in scala di grigi, il virus di colore rosso). Si tratta di una delle due variazioni, sullo stesso tema, realizzate dall'artista: nella prima è tutto identico, eccetto per il palloncino a forma di cuore, invece che di virus. La prima opera, però, che è stata protagonista del suo progetto "¡Por Fin Es Lunes!", in cui il murales cambiava proprietario ogni settimana. In un'intervista, infatti, Abraham Calero afferma che l'artista, nel momento in cui trova una collocazione alla propria opera, la regala alla città, e ogni spettatore ne darà un'interpretazione differente. Decide, allora, di inaugurare un gioco: l'opera potrà, ogni settimana, essere ritirata da un qualunque spettatore, che potrà portarla con sé ed esporla dove vuole per la settimana in corso; il lunedì successivo dovrà però cederla al primo richiedente. "¡Por Fin Es Lunes!" significa "Finalmente è lunedì!" e si riferisce, evidentemente, al giorno della settimana in cui il murales trova un nuovo proprietario, e, di conseguenza, un nuovo contesto. Generalmente, il lunedì è associato a una sensazione di malessere, perché si torna a lavoro, e infatti l'espressione più comunemente utilizzata è "¡Por Fin No Es Lunes!", per indicare che finalmente è arrivato il fine settimana e ci possiamo dedicare ai nostri hobby. Ma quest'anno, per molte persone che hanno perso il lavoro, è cambiata la prospettiva. Non è la prima volta che Abraham Calero utilizza la modalità del gioco nel suo lavoro: in passato, infatti, aveva trattato il tema della mancanza di turismo a causa della pandemia proprio con un gioco di parole. Da "SOS turisme" a "SOS tenible": nelle isole baleari il turismo è di certo la fonte di ricchezza principale, ma l'artista vuole porre l'accento sul fatto che proprio il monopolio del turismo ha portato, con la pandemia, al crollo economico totale, e a un forte aumento della povertà. La povertà non solo di chi possiede o gestisce i grandi alberghi, ma anche di chi si occupa della pulizia degli asciugamani o di portare i piatti ai tavoli. Non bisognerà tornare alla situazione di prima, ma trovare delle forme di economia sostenibile e che consentano di offrire una ricchezza al territorio indipendente dal turismo. Una visione delle cose che mi sento di appoggiare in toto!

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Opera di Abraham Calero



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Opera di Banksy "Girl with Balloon"
Whatifier e le connessioni emozionali - Street art a Napoli


Se fate un giro per il centro storico di Napoli , vi accorgerete che alcuni vicoli sono decorati con poster e sticker di street artist. L'utilizzo di poster e sticker permette agli artisti di lavorare in studio e non soffermarsi troppo sul luogo scelto come sfondo della propria opera , e contemporaneamente permette una più facile rimozione della stessa. È, quindi, decisamente una forma più ecologica rispetto allo spray o alla pittura diretta sul muro. Nell'immagine vedete un poster di whatifier , con due gattini . Uno rosso e l'altro nero, sono collegati da un segnale di rete #wifi , che ha però la forma di un cuore . Il primo avvisa che la connessione si è persa, e chiede se fare un altro tentativo. Il secondo avvisa che ci sono altre connessioni disponibili e impone la connessione automatica. La lingua scelta per la comunicazione tra i due gatti è l'inglese è il linguaggio è tipicamente informatico . Il contenuto , però, è quello delle emozioni . Attraverso questo processo, l'artista crea un effetto straniante, e lo spettatore è costretto ad andare oltre il singolo murales e a riflettere. La tecnologia sta prendendo il sopravvento sulle emozioni ? La tematica viene riproposta anche in altri murales di @whatifier , divertitevi a cercarli per il centro storico di Napoli!
P.S.: specifico che quello che ho scritto è una mia personale interpretazione! Potrei anche sbagliarmi, ma l'arte è bella anche per questo... lascia uno spazio di libertà a chi la osserva!

Pino Daniele a via Foria - murales di Antonio Cotecchia

Di fronte al Museo Archeologico di Napoli , sotto i portici della Galleria Principe , c'è un nuovo murales di Antonio Cotecchia , dedicato a Pino , scomparso il 4 gennaio 2015.
La morte del musicista napoletano è stata vissuta dal come una perdita di inestimabile valore.
L'artista Antonio Cotecchia ha esposto le sue opere in Italia e in Germania. Con una precedente esperienza come digital art director, illustratore, graphic designer e fashion designer freelance, richiama nei suoi murales influenze cubiste, futuriste, espressioniste e pop.
Ha realizzato diversi lavori a Napoli, la tecnica è il disegno su poster , incollato sui muri. Tra i personaggi scelti come protagonisti troviamo, oltre Pino Daniele (al quale aveva già precedentemente dedicato un'opera nei pressi della chiesa di Santa Maria La Nova), Diego Armando Maradona, Pablo Picasso e il bellissimo murales nel Rione Sanità dedicato a vari personaggi napoletani, tra cui Eduardo De Filippo e Massimo Troisi, disegnato direttamente sul muro di via Mario Pagano.
In queste opere, che fanno parte del progetto intitolato "l'altra metà", il volto dei soggetti sì sdoppia, per metà resta "volto", per l'altra metà si trasforma in figure stilizzate e dipinte con colori accesi, che rispecchiano "il doppio" del soggetto, l'altro lato. E infatti, Antonio Cotecchia lo descrive così: "La serie che ho chiamato 'l’altra metà' racconta il perfetto equilibrio, tra quello che diamo e quello siamo, tra quello che eravamo e quello che siamo diventati. Racconta quello che vuol vedere la gente e quello che siamo veramente, l’equilibrio tra il peggio e il meglio, tra l’amore e il rifiuto di noi stessi, le paure e il coraggio di guardarle.
Ma racconta anche la bellezza di quell’equilibrio che solo l’acrobata che alberga in noi riesce a ridare ai nostri e agli occhi dell’altro!"
Date un'occhiata al suo profilo su instagram, vi lascerà a bocca aperta!

Exit Enter e l'omino a spasso in città


Classe 1990, Exit Enter è uno street artist toscano. Il segno distintivo delle sue opere sui muri delle città è un omino stilizzato, che ama fare vari tipi di azioni: rincorrere un cuore , passeggiare, camminare, cercare una sorta di "exit", un'uscita.
Le sue opere sono anche a Napoli , e, oltre agli omini con i cuori , troviamo, sui decumani , così come nei quartieri spagnoli , alcuni suoi disegni incorniciati, come questi con il Pulcinella , personaggio napoletano della commedia dell'arte. Exit Enter racconta che la prima volta che è venuto a Napoli, dopo qualche attimo di disorientamento per il caos in città, se ne è innamorato, e si è divertito a mangiare la pizza e a decorare i muri partenopei. In queste due opere è Pulcinella, e quindi la tradizione culinaria napoletana (nella seconda foto, con la pizza) a sferrare un bel pugno al pagliaccio di Mac Donald's. In effetti, a Napoli i panini della nota multinazionale americana non ottengono tutto questo successo, o almeno, non sono amati da tutti i napoletani, che preferiscono le specialità locali.

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DAGA e il Décollage - ad ogni vip la sua mascherina!

DAGA è il nickname di Dario Gaipa , street artist napoletano. Durante il lockdown di marzo-aprile scorso, Dario ha lavorato a un progetto molto interessante, che racconta di Napoli e dell'epoca che stiamo vivendo. Riutilizzando una tecnica già messa in atto precedentemente, con i collage dei manifesti sparsi per la città, da lui definiti "la pelle di Napoli" - l'artista ha realizzato, in questo frangente, delle opere che raffigurano i vip con delle mascherine molto particolari e personalizzate. Nasce così il progetto "Face2, mascherine in cerca d'autore". È un processo di associazioni: a Beethoven, ad esempio, viene associata la mascherina di Arancia meccanica , a Steve Jobs quella della Microsoft , a Bill Gates quella della Apple , a Woody Allen quella di Massimo Troisi , a Che Guevara il simbolo di falce e martello, ma invece del martello, c'è il mattarello - chiaro riferimento a tutti gli impasti del lockdown! 
La tecnica del décollage con la pelle di Napoli è anche un buon sistema di riciclo degli scarti urbani.
Divertitevi a trovarli in giro per i decumani di Napoli e anche negli altri quartieri cittadini, ce ne sono tanti!

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