Toledo, la metro più bella d'Europa. E la più inaccessibile
La porta che vedete in foto è chiusa dal primo lockdown, dal covid.
Sapete cosa c'è al di là di quella porta? Probabilmente molte persone non lo sanno, perché non l'hanno mai vista aperta. Ebbene sì, perché già dal 2014, quando è stata aperta la metro Toledo, ossia quella decantata come la metro più bella d'Europa, questo ingresso qui è stato quasi sempre chiuso nei fine settimana.
Direte: "poco male, l'entrata principale della metro si trova a due passi da lì, su via Toledo".
E no, perché al di là di quella saracinesca chiusa c'è un mosaico di Francesco Clemente ("Engiadina"), e nell'area oggi chiusa ci sono tantissime opere d'arte di artisti contemporanei, chiamati per il grande progetto della stazione Toledo.
In pratica, se oggi vogliamo visitare la stazione della metro più bella d'Europa, ne possiamo visitare solo la metà.
Perché a Napoli abbiamo talmente tante opere d'arte, che ci permettiamo il lusso di tenerle chiuse, e ben nascoste.
Signori, questo è il danno che abbiamo oggi da questa chiusura. Dico "che abbiamo oggi", perché quando invece l'ingresso di Montecalvario è stato chiuso, perché considerato "secondario", evidentemente, rispetto a quello di via Toledo, il danno era molto più consistente.
Sapete a quando risale il progetto delle stazioni dell'arte, a Napoli? Al 1995.
Ci entravate nei quartieri spagnoli, nel 1995?
E quando è stata aperta la metro Toledo, nel 2014, ci entravate così spesso?
Probabilmente no.
Ricordo, una quindicina di anni fa (ma anche meno) tutti i turisti, nonché i napoletani, fermi su via Toledo a fotografare la prospettiva dei vicoletti, che salgono fin sul Corso Vittorio Emanuele, con lo sfondo della Certosa.
Un'immagine molto "instagrammabile", come qualcuno direbbe oggi.
Ma guai ad entrare nei quartieri spagnoli! "Sono pericolosi", si sentiva dire in giro.
Bene, nel 1995, e ancora nel 2014, quel passaggio sotterraneo, voluto come "museo obbligatorio" era un accesso nei quartieri. Era un voler incitare la gente a visitare tutto il tunnel della metro, e da via Toledo, nella "Napoli di sotto", tra mura aragonesi, olas, canal de luz e mosaici, sbucare, infine, proprio nei quartieri. Lì, a piazzetta Montecalvario, dove la Certosa, per un effetto ottico, ci sembra ancora più vicina. Proprio lì avremmo trovato i murales di Cyop&Kaf, le lanterne di Dalisi, a due passi il Teatro Nuovo, ad accoglierci.
E magari ci saremmo resi conto che questi quartieri una passeggiata tra i vicoli, quantomeno da parte dei napoletani, se la meritavano, eccome se se la meritavano.
"È cose 'e niente". Ce la facciamo anche da soli. Forse.
Ce la siamo sempre vista da soli, e così deve andare.
(In foto, l'uscita Montecalvario della stazione Toledo della metro 1, con il murales di Zeal off e di They live, per il 35esimo anniversario del progetto al quale partecipò il poster di John Mc Connel - per l'immagine culturale della città di Napoli).