Ricerca nel Blog
Torna al blog
Whatifier e le connessioni emozionali - Street art a Napoli


Se fate un giro per il centro storico di Napoli , vi accorgerete che alcuni vicoli sono decorati con poster e sticker di street artist. L'utilizzo di poster e sticker permette agli artisti di lavorare in studio e non soffermarsi troppo sul luogo scelto come sfondo della propria opera , e contemporaneamente permette una più facile rimozione della stessa. È, quindi, decisamente una forma più ecologica rispetto allo spray o alla pittura diretta sul muro. Nell'immagine vedete un poster di whatifier , con due gattini . Uno rosso e l'altro nero, sono collegati da un segnale di rete #wifi , che ha però la forma di un cuore . Il primo avvisa che la connessione si è persa, e chiede se fare un altro tentativo. Il secondo avvisa che ci sono altre connessioni disponibili e impone la connessione automatica. La lingua scelta per la comunicazione tra i due gatti è l'inglese è il linguaggio è tipicamente informatico . Il contenuto , però, è quello delle emozioni . Attraverso questo processo, l'artista crea un effetto straniante, e lo spettatore è costretto ad andare oltre il singolo murales e a riflettere. La tecnologia sta prendendo il sopravvento sulle emozioni ? La tematica viene riproposta anche in altri murales di @whatifier , divertitevi a cercarli per il centro storico di Napoli!
P.S.: specifico che quello che ho scritto è una mia personale interpretazione! Potrei anche sbagliarmi, ma l'arte è bella anche per questo... lascia uno spazio di libertà a chi la osserva!

Omaggio a De Ribera nei decumani di Napoli - murales di Fabrizio Scala

Il murales in foto, su plexiglass , è un'opera di Fabrizio Scala e si trova sul decumano inferiore, Spaccanapoli , nei pressi di via Duomo.
Si tratta di una rivisitazione in chiave psichedelica del dipinto di Jusepe De Ribera, "San Gennaro esce illeso dalla fornace", che si trova nella Cappella del tesorodi San Gennaro , all'interno del Duomo di Napoli .
Il murales è stato realizzato dall'artista nel 2018, in occasione del San Gennaro day, ed è stato attaccato sul muro esterno (non vincolato) della chiesa di San Nicola a Pistasi. Oltre ad essere un omaggio a De Ribera, che realizzò il dipinto nel 1646, il murales è un regalo alla città di Napoli, e in particolare al quartiere dove Fabrizio Scala ha vissuto. I linguaggio utilizzato è quello della pop art, che caratterizza anche gli altri lavori dell'artista: i colori sono molto accesi e completamente diversi da quelli reali. Ma il cielo resta azzurro, proprio come nell'opera di De Ribera, e proprio come a Napoli. Sarebbe impossibile immaginare il cielo di un altro colore.
L'evento narrato è quello di San Gennaro, il patrono principale della città, che riesce ad evitare la morte, uscendo illeso dalla fornace. San Gennaro riuscì anche ad ammansire le belve feroci, quando venne gettato nell'anfiteatro di Pozzuoli, ma non poté poi sfuggire alla decapitazione.
Il murales di Scala è stato molto apprezzato dai napoletani ed è stato premiato in occasione del San Gennaro Day nel 2018. Si inserisce, inoltre, perfettamente in quel contesto: si trova, infatti, nelle vicinanze del Duomo e di fronte al murales di San Gennaro firmato Jorit.


La foto del dipinto di De Ribera è presa da Wikipedia


142450838_1082634075543894_1175631119223334095_ojpg
DAGA e il Décollage - ad ogni vip la sua mascherina!

DAGA è il nickname di Dario Gaipa , street artist napoletano. Durante il lockdown di marzo-aprile scorso, Dario ha lavorato a un progetto molto interessante, che racconta di Napoli e dell'epoca che stiamo vivendo. Riutilizzando una tecnica già messa in atto precedentemente, con i collage dei manifesti sparsi per la città, da lui definiti "la pelle di Napoli" - l'artista ha realizzato, in questo frangente, delle opere che raffigurano i vip con delle mascherine molto particolari e personalizzate. Nasce così il progetto "Face2, mascherine in cerca d'autore". È un processo di associazioni: a Beethoven, ad esempio, viene associata la mascherina di Arancia meccanica , a Steve Jobs quella della Microsoft , a Bill Gates quella della Apple , a Woody Allen quella di Massimo Troisi , a Che Guevara il simbolo di falce e martello, ma invece del martello, c'è il mattarello - chiaro riferimento a tutti gli impasti del lockdown! 
La tecnica del décollage con la pelle di Napoli è anche un buon sistema di riciclo degli scarti urbani.
Divertitevi a trovarli in giro per i decumani di Napoli e anche negli altri quartieri cittadini, ce ne sono tanti!

129730069_1050203848786917_6233269520090781180_ojpg129581273_1050203842120251_2981502802369937152_ojpg129543668_1050203845453584_5207421124088745978_ojpg129502363_1050203855453583_1060385171652132492_ojpg
Ora blu a Largo Banchi Nuovi

La Chiesa dei Santi Cosma e Damiano fu eretta a Largo Banchi Nuovi, a Napoli, intorno al 1616 dai membri della Congrega dei Barbieri, costretti ad abbandonare la loro sede in via Tribunali a causa della costruzione del complesso dei Gerolomini. Acquistarono il palazzo e la Loggia dei mercanti da Alfonso Sanchez e ne fecero la loro sede.
La facciata ingloba degli elementi del preesistente palazzo cinquecentesco e il portale in piperno è sormontato da un finestrone con decorazione in stucco. Abbandonata da ormai circa 60 anni, sono iniziati da poco i lavori di restauro.
La dicitura "Largo Banchi Nuovi" nasce invece dopo il 1569, quando una pioggia torrenziale demolì molti palazzi in costruzione in zona e provocò 24 morti. I mercanti, allora, acquistarono la loggia, detta "dei segatori", per la presenza di numerose botteghe di falegnami, e la chiamarono "Largo Banchi Nuovi".

Ricerca nel Blog
Torna al blog
Torna al blog
Whatifier e le connessioni emozionali - Street art a Napoli


Se fate un giro per il centro storico di Napoli , vi accorgerete che alcuni vicoli sono decorati con poster e sticker di street artist. L'utilizzo di poster e sticker permette agli artisti di lavorare in studio e non soffermarsi troppo sul luogo scelto come sfondo della propria opera , e contemporaneamente permette una più facile rimozione della stessa. È, quindi, decisamente una forma più ecologica rispetto allo spray o alla pittura diretta sul muro. Nell'immagine vedete un poster di whatifier , con due gattini . Uno rosso e l'altro nero, sono collegati da un segnale di rete #wifi , che ha però la forma di un cuore . Il primo avvisa che la connessione si è persa, e chiede se fare un altro tentativo. Il secondo avvisa che ci sono altre connessioni disponibili e impone la connessione automatica. La lingua scelta per la comunicazione tra i due gatti è l'inglese è il linguaggio è tipicamente informatico . Il contenuto , però, è quello delle emozioni . Attraverso questo processo, l'artista crea un effetto straniante, e lo spettatore è costretto ad andare oltre il singolo murales e a riflettere. La tecnologia sta prendendo il sopravvento sulle emozioni ? La tematica viene riproposta anche in altri murales di @whatifier , divertitevi a cercarli per il centro storico di Napoli!
P.S.: specifico che quello che ho scritto è una mia personale interpretazione! Potrei anche sbagliarmi, ma l'arte è bella anche per questo... lascia uno spazio di libertà a chi la osserva!

Omaggio a De Ribera nei decumani di Napoli - murales di Fabrizio Scala

Il murales in foto, su plexiglass , è un'opera di Fabrizio Scala e si trova sul decumano inferiore, Spaccanapoli , nei pressi di via Duomo.
Si tratta di una rivisitazione in chiave psichedelica del dipinto di Jusepe De Ribera, "San Gennaro esce illeso dalla fornace", che si trova nella Cappella del tesorodi San Gennaro , all'interno del Duomo di Napoli .
Il murales è stato realizzato dall'artista nel 2018, in occasione del San Gennaro day, ed è stato attaccato sul muro esterno (non vincolato) della chiesa di San Nicola a Pistasi. Oltre ad essere un omaggio a De Ribera, che realizzò il dipinto nel 1646, il murales è un regalo alla città di Napoli, e in particolare al quartiere dove Fabrizio Scala ha vissuto. I linguaggio utilizzato è quello della pop art, che caratterizza anche gli altri lavori dell'artista: i colori sono molto accesi e completamente diversi da quelli reali. Ma il cielo resta azzurro, proprio come nell'opera di De Ribera, e proprio come a Napoli. Sarebbe impossibile immaginare il cielo di un altro colore.
L'evento narrato è quello di San Gennaro, il patrono principale della città, che riesce ad evitare la morte, uscendo illeso dalla fornace. San Gennaro riuscì anche ad ammansire le belve feroci, quando venne gettato nell'anfiteatro di Pozzuoli, ma non poté poi sfuggire alla decapitazione.
Il murales di Scala è stato molto apprezzato dai napoletani ed è stato premiato in occasione del San Gennaro Day nel 2018. Si inserisce, inoltre, perfettamente in quel contesto: si trova, infatti, nelle vicinanze del Duomo e di fronte al murales di San Gennaro firmato Jorit.


La foto del dipinto di De Ribera è presa da Wikipedia


142450838_1082634075543894_1175631119223334095_ojpg
DAGA e il Décollage - ad ogni vip la sua mascherina!

DAGA è il nickname di Dario Gaipa , street artist napoletano. Durante il lockdown di marzo-aprile scorso, Dario ha lavorato a un progetto molto interessante, che racconta di Napoli e dell'epoca che stiamo vivendo. Riutilizzando una tecnica già messa in atto precedentemente, con i collage dei manifesti sparsi per la città, da lui definiti "la pelle di Napoli" - l'artista ha realizzato, in questo frangente, delle opere che raffigurano i vip con delle mascherine molto particolari e personalizzate. Nasce così il progetto "Face2, mascherine in cerca d'autore". È un processo di associazioni: a Beethoven, ad esempio, viene associata la mascherina di Arancia meccanica , a Steve Jobs quella della Microsoft , a Bill Gates quella della Apple , a Woody Allen quella di Massimo Troisi , a Che Guevara il simbolo di falce e martello, ma invece del martello, c'è il mattarello - chiaro riferimento a tutti gli impasti del lockdown! 
La tecnica del décollage con la pelle di Napoli è anche un buon sistema di riciclo degli scarti urbani.
Divertitevi a trovarli in giro per i decumani di Napoli e anche negli altri quartieri cittadini, ce ne sono tanti!

129730069_1050203848786917_6233269520090781180_ojpg129581273_1050203842120251_2981502802369937152_ojpg129543668_1050203845453584_5207421124088745978_ojpg129502363_1050203855453583_1060385171652132492_ojpg
Ora blu a Largo Banchi Nuovi

La Chiesa dei Santi Cosma e Damiano fu eretta a Largo Banchi Nuovi, a Napoli, intorno al 1616 dai membri della Congrega dei Barbieri, costretti ad abbandonare la loro sede in via Tribunali a causa della costruzione del complesso dei Gerolomini. Acquistarono il palazzo e la Loggia dei mercanti da Alfonso Sanchez e ne fecero la loro sede.
La facciata ingloba degli elementi del preesistente palazzo cinquecentesco e il portale in piperno è sormontato da un finestrone con decorazione in stucco. Abbandonata da ormai circa 60 anni, sono iniziati da poco i lavori di restauro.
La dicitura "Largo Banchi Nuovi" nasce invece dopo il 1569, quando una pioggia torrenziale demolì molti palazzi in costruzione in zona e provocò 24 morti. I mercanti, allora, acquistarono la loggia, detta "dei segatori", per la presenza di numerose botteghe di falegnami, e la chiamarono "Largo Banchi Nuovi".

Torna al blog