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Il culto di San Gennaro nel borgo di Antignano

San Gennaro, vescovo di Benevento e martire nel 305 d.C., è sicuramente il santo patrono per eccellenza, a Napoli. La città, però, vanta ben 52 patroni, tra cui Sant'Antonio da Padova, San Gaetano da Thiene, e Santa Patrizia, che, a differenza di San Gennaro, compie il miracolo della liquefazione del sangue ogni martedì, nella cappella a lei dedicata, a San Gregorio Armeno. Di Santa Patrizia, però, sono pochi a ricordarsi, mentre San Gennaro viene celebrato tre volte l'anno, in pompa magna, e cioè appunto le tre volte in cui il suo sangue si scioglie. A volerla dire proprio tutta, non ci sono prove scientifiche che dimostrino che il liquido contenuto nelle ampolle, conservate nella Cappella del Tesoro in Cattedrale, sia effettivamente il suo sangue. Si è visto però che il liquido reagisce ai raggi solari proprio come il sangue. Ma la componente scientifica per i napoletani non ha molta rilevanza. Sapete come si dice... "Non è vero, ma ci credo!"
Il santo patrono morì a Pozzuoli, nel piazzale della Solfatara, dove fu decapitato. Era sfuggito alla morte per ben due volte, riuscendo ad ammansire le belve feroci nell'anfiteatro di Pozzuoli, e uscendo illeso dalla brace nella quale era stato gettato. La terza volta fu proprio impossibile: zac, gli tagliarono la testa! Le sue reliquie, però, così come il suo sangue, furono messi in salvo e portati poi a Napoli. Oggi sono conservati nella cripta e nella Cappella del Tesoro della cattedrale.
Ecco perché, in tre occasioni, e cioè il 19 settembre (data della sua morte), il 16 dicembre (perché il 16 dicembre del 1631 San Gennaro salvò la città partenopea dall'eruzione del Vesuvio) e il sabato precedente la prima domenica di maggio, avviene il cosiddetto MIRACOLO: il sangue contenuto nelle ampolle si scioglie. Se avviene, è un buon auspicio per l'anno in corso, e parte la processione per le strade del centro di Napoli, ma se non avviene, si prevedono catastrofi per la città. Anche se avviene in ritardo, beh, non è un buon segno...
Oramai, questa storia va avanti da secoli, e ogni anno i napoletani aspettano il momento della liquefazione con ansia.
 Sapete dove avvenne la prima liquefazione del sangue di San Gennaro, accostato alle sue reliquie? Proprio ad Antignano, accanto alla chiesa di San Gennaro ad Antignano, dove è stata, poi, nel 1941, posta questa targa. Per quanto riguarda la data del primo miracolo, un antico documento riporta la data del 17 agosto 1389, e tutt'oggi questa sembra l'ipotesi più probabile. I luoghi più noti del culto di San Gennaro sono nel centro storico di Napoli, dove c'è la cattedrale, la casa in cui è nato, il Museo del Tesoro, etc. In pochi sanno, però, che nella zona di Antignano e del Vomero ci sono ben tre chiese dedicate al santo: San Gennaro ad Antignano, San Gennaro al Vomero, e la Piccola Pompei, anche chiamata San Gennariello. Quest'ultima è la più piccola, e anche la più antica (XII secolo).

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San Gennaro, vescovo di Benevento e martire nel 305 d.C., è sicuramente il santo patrono per eccellenza, a Napoli. La città, però, vanta ben 52 patroni, tra cui Sant'Antonio da Padova, San Gaetano da Thiene, e Santa Patrizia, che, a differenza di San Gennaro, compie il miracolo della liquefazione del sangue ogni martedì, nella cappella a lei dedicata, a San Gregorio Armeno. Di Santa Patrizia, però, sono pochi a ricordarsi, mentre San Gennaro viene celebrato tre volte l'anno, in pompa magna, e cioè appunto le tre volte in cui il suo sangue si scioglie. A volerla dire proprio tutta, non ci sono prove scientifiche che dimostrino che il liquido contenuto nelle ampolle, conservate nella Cappella del Tesoro in Cattedrale, sia effettivamente il suo sangue. Si è visto però che il liquido reagisce ai raggi solari proprio come il sangue. Ma la componente scientifica per i napoletani non ha molta rilevanza. Sapete come si dice... "Non è vero, ma ci credo!"
Il santo patrono morì a Pozzuoli, nel piazzale della Solfatara, dove fu decapitato. Era sfuggito alla morte per ben due volte, riuscendo ad ammansire le belve feroci nell'anfiteatro di Pozzuoli, e uscendo illeso dalla brace nella quale era stato gettato. La terza volta fu proprio impossibile: zac, gli tagliarono la testa! Le sue reliquie, però, così come il suo sangue, furono messi in salvo e portati poi a Napoli. Oggi sono conservati nella cripta e nella Cappella del Tesoro della cattedrale.
Ecco perché, in tre occasioni, e cioè il 19 settembre (data della sua morte), il 16 dicembre (perché il 16 dicembre del 1631 San Gennaro salvò la città partenopea dall'eruzione del Vesuvio) e il sabato precedente la prima domenica di maggio, avviene il cosiddetto MIRACOLO: il sangue contenuto nelle ampolle si scioglie. Se avviene, è un buon auspicio per l'anno in corso, e parte la processione per le strade del centro di Napoli, ma se non avviene, si prevedono catastrofi per la città. Anche se avviene in ritardo, beh, non è un buon segno...
Oramai, questa storia va avanti da secoli, e ogni anno i napoletani aspettano il momento della liquefazione con ansia.
 Sapete dove avvenne la prima liquefazione del sangue di San Gennaro, accostato alle sue reliquie? Proprio ad Antignano, accanto alla chiesa di San Gennaro ad Antignano, dove è stata, poi, nel 1941, posta questa targa. Per quanto riguarda la data del primo miracolo, un antico documento riporta la data del 17 agosto 1389, e tutt'oggi questa sembra l'ipotesi più probabile. I luoghi più noti del culto di San Gennaro sono nel centro storico di Napoli, dove c'è la cattedrale, la casa in cui è nato, il Museo del Tesoro, etc. In pochi sanno, però, che nella zona di Antignano e del Vomero ci sono ben tre chiese dedicate al santo: San Gennaro ad Antignano, San Gennaro al Vomero, e la Piccola Pompei, anche chiamata San Gennariello. Quest'ultima è la più piccola, e anche la più antica (XII secolo).

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