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Tradizione e innovazione: la street art iraniana di Nafir


Il murales in foto si trova nel Rione Sanità, nei pressi della chiesa di San Severo fuori le mura. È stato realizzato da uno #streetartist iraniano, Nafir, che ha lavorato molto nel suo paese, a Teheran, ma anche all'estero, in Malesia, Afghanistan, Italia, Germania, Norvegia, Norvegia, Paesi Bassi, Turchia, India e Georgia. In un'intervista racconta che i murales in genere a Teheran non durano molto, vengono distrutti, perché la street art è proibita. Con le sue opere intende rivolgersi al suo popolo, per questo motivo le parti scritte sono scritte in lingua persiana, generalmente, e non in inglese. Questo è anche il motivo per il quale ha scelto di inserire nella sua arte degli elementi che rispecchino la tradizione del suo paese, come i tappeti. Molte delle sue opere contengono i disegni dei tappeti. Il padre di Nafir, tra l'altro, è un commerciante di tappeti persiani. In questo modo l'approccio con il suo paese è più facile, perché la sua arte viene riconosciuta come "familiare". Un altro aspetto molto frequente nei suoi murales, così come in quelli di altri streetartist iraniani quali FRZ e SERROR , è la ripetizione delle forme geometriche. La ripetizione, intesa però sempre come processo circolare verso l'infinito, che porta alla luce qualcosa di nuovo, e mai come ripetizione fine a sé stessa, è insita nella cultura persiana - pensiamo, ad esempio, alla filosofia sufi, o ai dervishi rotanti. La circolarità riproduce quella dell'esistenza.
Anche qui il soggetto del murales - il volto sensuale di una donna - è accompagnato da figure geometriche sulla maglia, un elemento che riporta all'arte geometrica delle moschee, e quindi alla cultura tradizionale.

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Tradizione e innovazione: la street art iraniana di Nafir


Il murales in foto si trova nel Rione Sanità, nei pressi della chiesa di San Severo fuori le mura. È stato realizzato da uno #streetartist iraniano, Nafir, che ha lavorato molto nel suo paese, a Teheran, ma anche all'estero, in Malesia, Afghanistan, Italia, Germania, Norvegia, Norvegia, Paesi Bassi, Turchia, India e Georgia. In un'intervista racconta che i murales in genere a Teheran non durano molto, vengono distrutti, perché la street art è proibita. Con le sue opere intende rivolgersi al suo popolo, per questo motivo le parti scritte sono scritte in lingua persiana, generalmente, e non in inglese. Questo è anche il motivo per il quale ha scelto di inserire nella sua arte degli elementi che rispecchino la tradizione del suo paese, come i tappeti. Molte delle sue opere contengono i disegni dei tappeti. Il padre di Nafir, tra l'altro, è un commerciante di tappeti persiani. In questo modo l'approccio con il suo paese è più facile, perché la sua arte viene riconosciuta come "familiare". Un altro aspetto molto frequente nei suoi murales, così come in quelli di altri streetartist iraniani quali FRZ e SERROR , è la ripetizione delle forme geometriche. La ripetizione, intesa però sempre come processo circolare verso l'infinito, che porta alla luce qualcosa di nuovo, e mai come ripetizione fine a sé stessa, è insita nella cultura persiana - pensiamo, ad esempio, alla filosofia sufi, o ai dervishi rotanti. La circolarità riproduce quella dell'esistenza.
Anche qui il soggetto del murales - il volto sensuale di una donna - è accompagnato da figure geometriche sulla maglia, un elemento che riporta all'arte geometrica delle moschee, e quindi alla cultura tradizionale.

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